Presentato a Roma dall’Accademia Angelica Costantiniana il bando letterario “L’incontro tra Oriente e Occidente”. Per una cultura ponte fra i due mondi
L’Oriente è sempre un altrove, scriveva Paolo Rumiz. E di quest’Oriente – con la o maiuscola, a significare un’idea geopolitica, non un punto geografico – Bisanzio è il capolinea. Ché il triestino vede l’Oriente a Lubiana, lo sloveno ex asburgico nella pusta ungherese, il vaccaro boemo nel ruteno, questi nel turco, e via orientaleggiando. Ma anche arrivati in cima ai minareti della moschea blu, dove lo sguardo spazia di là dal Bosforo, c’è un altro Oriente. L’Oriente è sempre un po’ più in là, ben lo sapevano viaggiatori e mercanti che lo percorrevano sulla millenaria via della seta, a dorso di cammello. Bisanzio, dunque. L’antica Byzàntion greca fondata dai coloni di Megara un secolo dopo Roma. La Nova Roma rifondata da Costantino nel terzo decennio del terzo secolo dopo Cristo, per ribadire la centralità della città pontica nel nuovo disegno imperiale che escludeva la vecchia Roma da ogni primazìa. La Costantinopoli sopravvissuta a Roma, quando questa cadde per mano d’Odoacre col placet dell’imperatore d’Oriente Zenone. Quella che con Giustiniano volle riconquistare l’Italia, e l’Occidente perduto, con una ventennale guerra fratricida. La Costantinopoli bramata e occupata dall’Occidente nella quarta crociata, in cui Venezia sottrasse i tetrarchi che ornano la facciata di San Marco. La Costantinopoli caduta in mano ai turchi nel 1453 – data d’abbrivio dell’età moderna, accanto alla riscoperta dell’America – da cui esuli dotti dettero la stura all’umanesimo fiorentino e alla rinascenza occidentale. Istanbul magistralmente narrata dal nobel Pamuk, infine. Bisanzio è un altrove vicino e rinato.
Alla rinascita di Bisanzio, ai suoi valori, guarda l’Accademia Angelico Costantiniana retta da Alessio Ferrari Angelo Comneno, duca di Tessaglia e d’Epiro, che si fregia del titolo dell’ultimo discendente dell’impero d’Oriente – la stessa nobiltà per cui Totò fece carte false – e vuol farsi ponte tra questo e l’Occidente. Un ponte ideale, come solo l’arte e la letteratura possono fare, più e meglio di piloni di ferro e cemento. E proprio “L’incontro tra Oriente e Occidente” è il tema del bando presentato il 24 novembre dalla fondazione in occasione dell’inaugurazione del nuovo anno accademico, nella sede del Pio sodalizio dei Piceni nel complesso di San Salvatore in Lauro, con la premiazione dei neoaccademici arricchita da una bella relazione di Paolo Giulierini, già direttore del Mann di Napoli. Il concorso letterario, intitolato a Stefania Angela Comneno di Tessaglia in collaborazione con l’editore Argento Dorato di Ferrara, premia due opere, di saggistica e narrativa, sul tema in questione. Gli elaborati devono giungere all’editore entro il primo aprile e la giuria selezionerà i vincitori il 24 settembre. Info su www.accademiaangelicocostantiniana.org; https://argentodorato.it.
Ed è una sensazione anomala per il mero cronista e giurato, qual è il sottoscritto, che pure ha molto visto e girato, trovarsi tra tanto parterre: altezze imperiali e ambasciatori della real casa, contrammiragli e viscontesse, archimandriti e grand’ufficiali, postulatori delle cause dei santi e chirurghi robotici, etruscologi e bizantinisti, patrocinatori in cassazione e prefetti a riposo. Un tuffo nella storia, uno di quei anditi dove la relatività einsteiniana ha fatto breccia e dal pertugio esce il soffio dei secoli. Ma non c’è nulla di folcloristico nel voler segnare a dito, ancora oggi, i nodi intrecciati della storia e tentare, se non di scioglierli, almeno di raccapezzarcisi. A voler unire quel che solo insieme può dare frutto, non inaridirsi in reciproche diversità. Bagnare le sponde del Mediterraneo col miele della conoscenza, anziché col sangue delle differenze e degli antagonismi. In questo l’accademia guarda avanti, oltre le sponde d’un mare non più nostrum ma che reitera, da secoli, l’ennesimo bagno di sangue; oltre l’Oriente e l’Africa. Costruendo un ponte di cultura, da Roma al capolinea Bisanzio.
Sopra: foto Fazio Gardini
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