Una pagina segreta della storia del Pci. Nel 1948 si consumò la rottura tra Stalin e Tito. I retroscena della spaccatura nel movimento comunista internazionale sono raccontati per la prima volta grazie a una ricerca condotta su documenti inediti degli archivi comunisti che consentono di mettere a fuoco aspetti ignorati della storia del Pci durante gli anni “caldi” della Guerra Fredda. L’ipotesi di un conflitto armato tra URSS e Jugoslavia allo scadere della Seconda guerra mondiale, il confronto – anche militare – tra partiti “fratelli-coltelli” di qua e di là dell’Adriatico, in particolare attraverso il Pc del “Territorio libero di Trieste”. E ancora, la destalinizzazione anticipata da Pietro Secchia alla direzione del partito nel ’53 e congelata per tre anni dai vertici del Pci. Il dito sulla piaga affonda nella storia non ancora scritta delle “battaglie” tra il Pcus e i partiti comunisti europei e consente di inquadrare meglio gli anni recenti della nostra storia che da quei conflitti furono pesantemente segnati.
Il dito sulla piaga
Fra quanti hanno reso possibile questo lavoro, desidero ringraziare Silvio Pons e il personale dell’Istituto Gramsci di Roma, in particolare Lino Borroni, Giovanna Bosman, Lucio Conte, Marcello Forti e Dario Massimi. Grazie a Michele Abbate, ex archivista al ministero degli Esteri. Tra quanti, per lungo tempo, hanno avuto la pazienza e la voglia di raccontarmi il proprio vissuto, ho un debito di riconoscenza verso Massimo Caprara e, soprattutto, gli spentisi Alfredo Bonelli, Adriano Dal Pont e Rudi Ursic. Infine, un doveroso omaggio va a chi, storico di mestiere, ha fornito al sottoscritto spunti, metodo e consigli: Giorgio Galli, Paul Ginsborg, Joze Pirjevec, Giacomo Scotti e gli scomparsi Guido Quazza e Ruggiero Romano. Un particolare ringraziamento, alla memoria, va a Pietro Scoppola che accettando una tesi su questo argomento ha dato la stura a un impegno proseguito negli anni, a Renzo De Felice per averne pubblicato un estratto nella sua rivista, e a Claudio Tonel, già vice di Vittorio Vidali, per il convegno del ’98 a Trieste che rappresentò un primo confronto pubblico su questi temi tra ex compagni delle due sponde. A loro, a chi non è più, va il mio grazie.
Alla memoria di Svetozar Lakovic (Toso), Ivan Kobec (Giovanni) e Alfredo Filipponi (, comandanti dei battaglioni Tito 1 e Tito 2 e commissario politico della brigata partigiana Gramsci, artefici della prima zona libera d’Italia, nel febbraio-marzo del ’44, nell’Alta Sabina