Sarà stato il nome – Chiaverano – o il paesaggio bucolico che invita all’amplesso, fattostà che due baldi giovani si sono denudati di tutto punto sulla piattaforma che s’affaccia sul lago di Sirio – lato Chiaverano, appunto, epicentro della zona infetta da Coronavirus tra Milano e Torino – e si sono messi bellamente a fottere in pieno giorno. Incuranti degli automobilisti strombazzanti a due passi, delle famigliole con pezzuola e passeggino, dei corridori in mascherina. Qualcuno – ah, il mai sopito spirito delatore italiota – ha di tuttaprescia chiamato il sindaco, che ha prontamente inviato chi di dovere a identificare i focosi amanti del lungolago, non a norma del prescritto distanziamento sociale. Uomo di vita e di spirito, oltreché di fiducia, il vicesindaco di Chiaverano s’è fatto sfuggire la coppia e stupito circo mediatico e benpensanti, dichiarando con arguzia (rara in un amministratore, vieppiù locale) che si è trattato di «una nota di colore in un momento triste». Non solo, caro vicesindaco, non solo. I chiavatori di Chiaverano sono l’avanguardia della rivoluzione. Col loro gesto liberatorio non hanno solo dato la stura ai clacson degli automobilisti di passaggio, ma alla resistenza pubblica e sfacciata al neocontrollo sociale, allo stato di polizia & follia in cui siamo infognati. Sorgano cento, mille chiavatori, sui lungolaghi del Belpaese e in qualunque altrove. La lotta di liberazione è iniziata, una chiavata ci salverà.
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