Due regali di Natale, aspettando il V-day Belpaese

corazzieri

Anche nel Natale più infame che la storia ricordi da che mondo è tale, non possiamo lasciarci andare allo sconforto, tantomeno farci sfuggire due buone notizie. Diciamo pure due regali. Il primo l’ha fatto il consiglio comunale di Verona, togliendo la cittadinanza onoraria a quell’imbonitore mediatico di grido che risponde al nome di Roberto Saviano. Un fine intellettuale caro a quanti hanno a cuore la legalità da talk show e le sorti del mondo che conta, appena un pelino sotto Greta la verace.

Il secondo, più sostanzioso, è del Tribunale di Roma che ha sancito, semmai ce ne sia bisogno, l’illegalità anticostituzionale dei decreti del governicchio Conte. Tutta fuffa, illegale al cento per cento, dunque viziata fin dalle fondamenta e improduttiva di effetti, in primis le famigerate sanzioni. Un regalo bellissimo, purtroppo ignoto ai più, presi nella morsa delle festività da celebrare in claustrofobica serenità, proni ai desiderata del bis-Conte, e ignorato dai media troppo occupati a reiterare la conta dei morti e celebrare l’arrivo in Italia del furgone col mitico vaccino Pfizer. Opportunamente scortato, onde evitare assalti del popolo assetato d’antivirus.

Segni minimi, labili presenze. Oscure come quelle che alcuni dicono aggirarsi tra noi nella notte priva di luci che non siano di guardie e d’ambulanze, e scooter elettrici abbandonati, fin dentro le segrete stanze del Vaticano e dintorni. Inabili a smascherare la paura imperante & raggelante, eppure lasciano una lucina accesa. Sono una fiammella di speranza in un mare d’oscurità, per chi voglia credere ancora che un altro mondo è possibile e non sta dentro al furgone d’un antivirus più dannoso che farlocco, sotto scorta dei carabinieri. Ma guai a dubitare del progresso, ora che pure la fede s’è chinata alla scienza un tanto a dose e a comparsata.

Neppure nel peggiore Natale della millenaria storia di Roma, quando sui sanpietrini rimbombavano gli stivali delle esseesse, s’era giunti a tanto. A paragone del passo cadenzato dei corazzieri del Quirinale che marciano in una Roma deserta già alle quattro del pomeriggio, l’eco di quegli scarponi fa tenerezza, come i buchi rimasti sui palazzi crivellati di via Rasella. Del resto quel gran filosofo e drammaturgo d’Unamuno l’aveva detto: la vita è sogno, nebbia, come recita uno dei suoi romanzi d’avanguardia. E allora lasciateci sognare, appena un po’, in questa nebbia di vita, fateci godere questi due regali. Poi, domani, tutti a braccia levate e brache calate, in fila a farci vaccinare & tatuare – tutto andrà bene, va da sé – al V-day, e plaudire ai corazzieri e all’antivirus della libertà.

Ps. Visto che, davvero, a Natale si deve essere più buoni, tanto è solo un giorno e ne restano altri 364, posto sotto un vecchio racconto di Francesco Randazzo, da maredolce.com, da cui viene anche l’immagine del babbo morto di cui sopra. Non c’entra niente ma spiega bene come smettere di far credere a Babbo Natale ai figli ed è bellissimo. Buona lettura e buone feste a tutti.

https://www.maredolce.com/2019/12/19/non-ho-ucciso-babbo-natale/


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