È un’elegia dello scampo niente affatto solo per bambini Cavalcavia, l’esposizione della trentina di tavole originali di Gek Tessaro nel nuovo spazio mostre della Biblioteca nazionale di Roma, organizzata da Coop culture a cura di Luca Arnaudo.
L’Europa è una piazza vuota, uno spazio da riempire. Un cantiere, tutto in farsi. Sembra dirci questo Yves Mettler col suo lavoro Europaplatz, Piazza Europa.
Può capitare, alle volte, di ritrovarsi come quel personaggio pirandelliano, diversi da come credevamo d’essere. Di vedersi arruolati in compagnie mai frequentate. Così, ci si trova un bel giorno indosso l’etichetta d’antisionista, e pure d’antisemita.
Mosul ultimo atto. Mosul sta per cadere. Scontro finale a Mosul. Sono mesi che la martoriata capitale del Kurdistan iracheno sta lìlì per cascare, nei titoli dei media e nei proclami degli assedianti.
Non sarà Santo subito, come canta Luca Bassanese, ma potrebbe esserlo presto.
“Tutta la vera arte è sacra”. Potremmo chiuderla qui, a poche righe d’introduzione, tanto pregna di senso è la locuzione, nel parlare di Eclissi, oltre il divorzio tra arte e Chiesa.
Ave Cesare, morituri te salutant, salutavano i gladiatori (morituri) l’imperatore, prima d’iniziare i giochi nell’arena. Questa frase tornava in mente, oggi, vedendo sfilare il mortifero corteo presidenziale di Trump a Roma, la città un dì potente, oggi silente e dolente, per dirla come il sommo poeta, blindata e obliterata di zone rosse.
La premier britannica, paladina dell’uscita dall’Ue, col voto anticipato di giugno conta di fare tabula rasa dell’opposizione. E anche Banksy dice la sua sulla Brexit.
Nove maggio 1978, 39 anni fa. In via Caetani c’è un’auto minata. Così, in mattinata, una telefonata allerta la questura di Roma. Poco dopo le 14, le telescriventi iniziano a trasmettere un flash: il cadavere di Moro è stato trovato in una Renault 4 rossa, a mezza via fra Botteghe oscure e Piazza del Gesù. L’autopsia constata 11 fori di proiettili nel corpo.
Attorno al neopresidente, creatura dei poteri veri e di Attali, s’è cristallizzato il partito unico dell’Europa post nazionale e della mondializzazione felice. Ma per i ceti deboli (già medi) si prepara la mattanza, in attesa del voto di giugno