in Poesie in forma di prose
Cara commare
Cara commare / ci siamo sfiorati / in anni lontani / nell’acque di Circe / nella Krajna di sangue / sulla sierra cubana /
Cara commare / ci siamo sfiorati / in anni lontani / nell’acque di Circe / nella Krajna di sangue / sulla sierra cubana /
I musulmani uiguri sono dei simpaticoni. Girare in una delle cittadine del Nordovest della Cina dove pullulano con le loro scoppolette bianche, coi loro carretti e le loro friggitorie, nei mercatini dove dai grilli fritti agli scorpioni in salamoja non ti manca niente, è un piacere per gli occhi prima che per il palato.
Pareva la fine del mito vaccinista, e invece no. La tragica fuffa Astrazeneca s’è presto involata, Draghila s’affretta a dire che tutto riparte come e più di pria, “lo stato c’è e ci sarà”, come alla sceneggiata televisiva a reti unificate della giornata delle vittime del coronavirus e su certe scritte sulle autostrade: Dio c’è.
San Valentino era tornato / a Terni saliva d’un fiato / da tempo mancava quel santo / di cui ognuno invoca l’incanto /
Le lacrime di Rocco Casalino mentre Conte & compagna fanno ciao con la manina. Gli scudi di plexiglas a separare la prima riunione dei neoministri. Il suono della campanella, stonato più che mai. Non passerà alla storia per questo il governo Draghi, salvatore della patria e della Repubblica.
Ida Auken è una bionda parlamentare danese, piuttosto piacente, già ministra dello sviluppo (ecologico & sostenibile, va da sé), da anni consulente del World economic forum. Tra le prescelte giovani (ancorché alla soglia dei cinquant’anni) leader globali, più matura e smagata ma non meno entusiasta e politicamente correttissima delle varie Grete, Carole eccetera. Una di quelle figurine alle quali i padroni del discorso e del...
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È così l’abatino ce l’ha fatta. Il mandato ricevuto al circolo Bilderberg pareva arduo, ma pochi hanno il pelo sullo stomaco dello sciacallo fiorentino, e l’avvocaticchio ha avuto il benservito.
Quando uno come Massimiliano Parente dice che scrivi una cosa a mezzo fra Edgar Allan Poe – vale a dire l’alienazione Usa ai primordi – e Guido Morselli – la distopia italica della maturità – stai messo bene. Letterariamente parlando, s’intende: vuol di che d’alienati ne capisci e coi tempi che filano è una gran cosa.
Nell’ultima fase della sua vita, uno dei tormentoni preferiti da mio padre era: siamo nati per soffrire e ci siamo riusciti. Coerente al lascito paterno, ho cominciato l’anno meglio di quanto abbia finito il precedente. Se con l’infarto l’avevo scampata, ci ho riprovato col coronavirus.
Quando il dito indica la luna / l’imbecille guarda il dito / poi si butta nel pozzo / dove strilla: tocco la luna / col dito, prima d’affogare