Vorrei essere falco / volare su tutto, su tutti / capace a nutrirmi di serpi / sospeso sui luoghi più impervi / ma guardo il falco / svettare nel blu / volarsene via
Vorrei essere falco / volare su tutto, su tutti / capace a nutrirmi di serpi / sospeso sui luoghi più impervi / ma guardo il falco / svettare nel blu / volarsene via
Siamo colombi / in volo / nel cielo azzurro / Tra nuvoli / ora bianchi / ora grigi / poi arriva il corvo
Le sardine girano in piazza / I pesci rossi in tondo / I baccalà stanno rigidi e fritti / I capitoni se la ridono / E i gatti aspettano, lisciandosi i baffi / I salmoni vanno controcorrente / I gamberi all’indietro / I granchi restano nelle tane / L’onda spumeggia / E gli squali divorano tutti
C’è di peggio / che dormire al passaggio / del treno ch’aspetti / svegliarsi di colpo / e prendere il treno sbagliato
La verità è uno specchio / di molte facce / ognuna riflette / quello che vede / nessuna il vuoto / tantomeno il vero
(storiella a lieto fine)
«Ho scritto la fine dieci anni fa… Ho trovato la soluzione che mi piaceva e l’ho scritta di getto, non si sa mai se poi arriva l’alzheimer. Ecco, temendo l’alzheimer ho preferito scrivere subito il finale.
Come previsto e prevedibile, Mussolini ha vinto, anzi stravinto. Antonio Scurati ha sbancato il 73esimo premio Strega.
Altri tempi. Quando a farla da padrona in casa Bellonci, oltre all’afa romana, era l’incertezza di chi, entrato in cinquina, avrebbe patito, oltre alla calura, l’emozione di vincere lo Strega.
Diciamolo subito: promette quel che dà, alla fine, Il segnale dell’elefante. Alla fine, ché per il resto è una (retro)storia romana del partito che seppe contendere agli assai più numerosi socialcomunisti la palma dell’antifascismo combattente.