La montagna, si sa, piace ma anche no. In genere si ama o si detesta, vie traverse non esistono. La montagna piace a Paolo Cognetti, come piacciono Le otto montagne uscite dalla sua penna.
La montagna, si sa, piace ma anche no. In genere si ama o si detesta, vie traverse non esistono. La montagna piace a Paolo Cognetti, come piacciono Le otto montagne uscite dalla sua penna.
«Torniamo al ninfeo di villa Giulia. Quello è il posto dello Strega». La migliore battuta della serata l’ha fatta Francesco Piccolo, vincitore tra i più recenti e meno esaltanti del premio, che difatti ha strappato un applauso tra i pochi convinti della mesta serata.
Lo spirito è quello d’un ragazzino. Anche quando leva la coppola, a salutare la moltitudine ch’è venuta a omaggiarlo, osannante, lo fa con gesto sbarazzino, quasi a schernirsi d’essere lì. Sotto le volte della basilica ch’era del galantuomo pagano Massenzio, riattata a sua gloria da quel carognone cristiano di Costantino.
La famiglia, la più alta tragedia dell’umanità. Oppure, nella migliore ipotesi, bolla e riparo alle insidie dell’esistente. Un esempio d’ambo i casi è in un libro di Luigi Michele Perri, Il monocolo – Rai Eri, 9 euro – che è, a un tempo, specchio dei tempi e fuori dal tempo.
Umberto Eco è morto nella notte, a Milano. Nato ad Alessandria 84 anni fa, figlio d’un ferramentiere, una promettente gioventù nell’Azione cattolica stroncata da una tesi sull’estetica medievale in Tommaso D’Aquino che lo rese ateo – quel santo, avrebbe detto, mi ha miracolosamente curato dalla fede – è stato tra i massimi filosofi ed esperti di comunicazione e linguaggio del Novecento italiano.
Tredici pezzi, tra cui le chiavi della limousine su cui viaggiava John Fitzgerald Kennedy quando è stato ucciso, il 22 novembre 1963, e l’invito per la cena di gala che ci sarebbe stata quella sera, se non fosse stato ucciso.
Trent’anni fa moriva un mostro sacro del Novecento letterario italiano. Cosa resta
Settant’anni fa, usciva La fattoria degli animali di Orwell. Favola amara sul totalitarismo e manifesto dell’antistalinismo e anticipatrice del Grande fratello
Lo scrittore si è spento all’età di 73 anni a Novara. Mercoledì i funerali
La sposa. Un viaggio di Mauro Covacich nella sterilità contemporanea