Le parole sono pietre


L’eroe degli immondi Le parole sono pietre

L’eroe degli immondi. Aveva questo cartello appeso al collo il fantoccio di Garibaldi bruciato davanti a una discoteca di Vicenza, lo stesso giorno in cui la Camera ha approvato il federalismo municipale. Se su quest’ultimo – «una bestemmia», per il presidente della Corte costituzionale Ugo De Siervo – il conflitto stato-regioni è aperto, il Garibaldi bruciato merita almeno qualche parola. Non tanto per il generale silenzio che...

Leggi tutto


Il sonno della ragione genera Bergogli Le parole sono pietre

Alzi la mano chi, dopo i gorgheggi del protodiacono Tauran, quando il nuovo papa s’è avvicinato alla finestra con quel fare attonito, dimesso, con quel sorriso piallato sul volto scarno, non è stato preso dal dubbio che volesse lasciarsi andare nel vuoto. Abbracciare la folla dei fedeli calmanti o, più semplicemente, finirla lì, prima di cominciare. E invece buonasera, se l’è cavata con poco, papa Francesco...

Leggi tutto


Alla Fine Tsunami è stato Le parole sono pietre

Alla fine tsunami è stato, ma molti non se ne sono accorti. Come quei bambini a cui è stata fatta tanaliberatutti ma, infognati troppo distanti dal muro di conta, continuano a giocare a nascondino. Così, nel salotto delle anime belle, per commentatori a progetto spaesati e jene ridens a contratto, quello del 25 febbraio non è stato un terremoto politico – il più grande dal ’48,...

Leggi tutto


Arrivederci, maestro Le parole sono pietre

Chissà che gli ha detto Dio, alla fine, quando se lo è trovato davanti. Lui che l’aveva trattato a pezze in faccia fino all’ultimo libro, quel Caino appena edito da Feltrinelli che è l’ultimo suo capolavoro, accusandolo d’essere peggio del peggiore degli uomini. Caino, appunto. Un poverocristo come tanti.


Le parole sono pietre

Neanche il tempo d’aprire il terzo fronte di guerra made in Usa e se ne spalanca un quarto. Mentre sulle piane tra il Tigri e l’Eufrate sventolano, lasche e flosce, le star & strip delle libertà e i falchi del Pentagono svolazzano nel pantano afghano, le prime pagine dei tabloid nostrani e d’altrove staccano la presa dal sangue iraniano sparso sulle strade iraniane dai malvagi...

Leggi tutto


Kill me please, almanacco dell’orrido specchio dei nostri tempi Le parole sono pietre

La vittoria del misconosciuto Olias Barco al festival di Roma impone qualche riflessione. Si parla di vittoria, e non di successo, per “Kill me please”, perché le cose sono e vanno tenute distinte. Ché al pubblico (poco) plaudente e a tratti ridente che gli ha preferito In un mondo migliore della danese Susanne Bier, spetta l’ultima voce in sala.


Page 4 of 4
1 2 3 4

Pagina 4 di 41234