La corsa dell’asino azzoppa Sanders Qui mondo

Una corsa impazza d’estate in Italia, dall’Abruzzo alle Langhe, alla sicula Noto: quella degli asini. La stessa passione coglie, di là dall’Oceano, gli affiliati dell’asinello, come è ribattezzato il partito democratico negli Stati Uniti. Un evento che ha il suo apice nella gran finale di luglio a Milwaukee, nel Wisconsin. Ma già dal supermartedì di marzo si capisce l’aria che tira in casa democratica, il candidato premier destinato a correre per la Casa Bianca. A sfidare Trump dopo l’abbandono dell’unico giovanotto in campo, Pete Buttigieg, quattro augusti vegliardi, due soli dei quali hanno superato le forche caudine del supermartedì.

Trombata Elizabeth Warren, la più giovane del mazzo, solo 71 anni, in prima fila in ogni battaglia civile e nel rifiuto d’ogni aiutino ma pronta a intascarsi i soldi delle lobby petrolifere. Alla signora d’origini cherokee non è bastato l’appoggio dei Kennedy, né l’endorsement del New York Times. Byebye Pocahontas, ha ironizzato Trump. Il re dei trombati è però Michael Bloomberg (78 anni), già sindaco di New York per oltre due lustri e tra i più ricchi al mondo, secondo Forbes. L’ex repubblicano ha vinto solo alle Samoa, dopo aver bruciato in campagna elettorale circa 700 milioni di dollari, guadagnandosi l’appellativo di Mini Mike dall’odiato Trump.

Restano in corsa due arzilli signori alle soglie degli ottant’anni. Bernie Sanders (79), ebreo newyorkese sedicente socialdemocratico, progressista doc e oliatissimo dall’industria degli armamenti. Quasi più odiato di Trump dal gotha del partito che ha fatto convergere i voti dei ritirati sul rivale. Quel Joe Biden (78), d’ottima famiglia cattolica e già vice d’Obama che prima del supermartedì non era manco in gara e ora grazie alla trovata conduce la corsa truccata, sia pure di poco, con 565 delegati sui 501 di Bernie.

La corsa è lunga, mancano una trentina di stati e tutto può accadere. Ma qualcosa è chiaro. Non tanto la spaccatura est-ovest nel voto, né tantomeno la “rigenerazione” dei democratici – così i media, sempre sobri – grazie a tali vegliardi. Neanche stavolta il vecchio Bernie la spunterà contro il suo stesso partito, azzoppato com’è. Né il prescelto e pluritrombato Biden ce la farà contro Donald che d’anni ne ha 73 ma corre da solo. A lui piace vincere facile.


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