La pesca della concordia Belpaese

Considerazioni a margine dello spot Esselunga

Sarà perché s’invecchia, e si diventa romantici o, più banalmente, ci si rincoglionisce. Sarà perché c’è tanta di quella monnezza in giro, tra spot et similia, che quando capita qualcosa di normale, persino di bello, fa scandalo. Sarà per tutto questo e altro ancora, ma a me lo spottone profamiglia Esselunga piace. Lo trovo commovente nella sua semplicità. Tecnicamente benfatto, persino. Mica certe splatterate nonsense e immagini fuorifuoco che vanno per genialate espressive.

Allora, perché tanto scandalo? Beh, forse proprio in forza della sua anomala, disarmante normalità. Se al tramonto pure un nano ha l’ombra lunga, qua la notte arretra d’un passo. Almeno finché la pubblicità non sarà tolta di mezzo per offesa alla pubblica imbecillità, in nome dell’idiotismo politicamente corretto. Sarà per questo che fole d’intelletti sedicenti progressisti si sono accalcati a bastonare il cane reazionario sull’aja. Non manca chi denuncia come la società sia alla frutta per aver messo in circolo una pubblicità così. Tra tanti preme citare quel tal cantautore di Carate Brianza, prestato all’insegnamento, che l’ha buttata giù suppergiù così: spot banale; originale sarebbe stato se ad attendere la bimba in auto ci fosse stata un’altra donna, o un altro padre dietro la finestra.

Caro Vecchioni, che tanto hai dato alla canzone italiana e a me personalmente, questa sì è una banalità. Prona ai desiderata dell’inclusivismo d’accatto imperante, dell’idiozia ellegibittì omnicomprensiva. Al conformismo imperante del diverso è bello, a tutti i costi, al punto che manco più un cartone animato o una serie tv si può vedere senza questa triste e trita solfa e, diciamolo pure, schifo. Sia detto senza moralismi.

Caro Roberto, perché voler essere diversi, cioè perfettamente uguali e allineati al pensiero dominante a livello globale, alla bella età di ottant’anni? Perché scimmiottare sproloqui psicologici da retroguardia culturale? Lasciamole ai professionisti della menzogna e alle loro articolesse, ai politici fintoprogressisti da burletta, nati in vitro, certe bischerate. L’avanguardia vera, culturale e sociale, artistica e morale, in una parola etica, oggi, è il ritorno alla normalità. Viva lo spot Esselunga e la sua pesca della concordia, dunque. Pure se preferisco i melograni.


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