L’ora dei Ciampolilli Belpaese

Ciampolillo, chi era costui? Non c’era bisogno di saperlo, tant’è che s’era scritto e non si conosceva, e per questo saliamo di diritto sullo scranno dei lavevodettisti. Non c’era bisogno del senatore ex Cinquestelle, ultimo approdato nelle milizie contigiane, per sapere che l’avvocaticchio l’avrebbe scampata per il rotto della scuffia. Ma davvero uno rinuncia così, di questi tempi, ai millanta euro al mese, più extra, a un bel vitalizio? Magari per tornare a fare il bibitaro aspettando un bel ristoro? Orsù, siate seri e mettete da parte il pallottoliere. Del resto neanche chi l’aveva detto e cercava scampo dal teatrino della politica dandosi al futbòl è stato più fortunato, iersera. Se poi è romanista, dioloscampi, di questi tempi è peggio che dirsi trumpiano. Piove sul fradicio.

I responsabili che volevano salvare il paese tirano un sospiro di sollievo, il piatto piange ma portano a casa il viatico per tirare innanzi. Gli altri masticano amaro, speravano quantomeno di sbarazzarsi di Conte con l’alzata di scudi di Renzi, ma tant’è. Il catalogo è questo, madamina, avrebbe detto Dongiovanni. Il Conte Ugolino può continuare a divorare i suoi, ma non si sogni di sognare sonni tranquilli. Il suo è un governo a tempo scaduto, come lo yogurt. Lo zombie a capo d’Italia Viva ha solo mancato d’un soffio l’opera, i padroni europei – che dico europei, globali – possono dirsene fieri, l’opzione due ha tenuto botta. È lui il vero vincitore della tenzone, direi morale se l’aggettivo non fosse fuori luogo. Le milizie del Conte son mercenarie, vai a fidarti di loro come già ammoniva il buon Machiavelli. Oggi non c’era soldo bastante per cambiar cavallo e saltare nel vuoto, ma niente è più incerto del domani.

Conte chiuderà i conti, salirà al soglio mastelliano per rivoltolare un po’ la sua squadra, poi sgranocchiati benbene i resti del suo popolo e quel che resta del Belpaese si metterà da parte. A quel punto anche lo zero virgola niente di Renzi tornerà buono, chissà. A meno che non si reputi necessario il ritorno all’opzione uno, quel gran genio di Salvini, o addirittura la tre: la diafana Meloni, già prona sul parterre bideniano. Qualunque busta s’apra, la uno la due o la tre, scordatevi l’opzione democratica, il ricorso al voto e quant’altro. Scordatevi la logica che non sia di mera bottega, l’interesse del paese prostrato & bollito e menate così. Scordatevi il Novecento e la democrazia rappresentativa, qualunque cosa abbia rappresentato e voglia rappresentare. Oggi è l’ora dei Ciampolilli, del diman non v’è certezza, avrebbe chiosato il Magnifico.


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