Sfiorare la bellezza Scrissi d'arte

expo4

Al Palaexpo di Roma opere e materiali del duo Munari e Montessori per una mostra tutta da godere per grandi e piccini. Perché educare al bello si può, anche solo sfiorandolo. Fino al 27 febbraio

Si può toccare la bellezza? No, non il corpo amato disteso affianco, ma la bellezza in quanto tale. Educare alla bellezza. Sfiorarla. Stropicciarla. Godersela affondo. Parte da questo presupposto l’omonima mostra al Palaexpo di Roma che mette assieme due mostri sacri dell’intellighentsia italica: Maria Montessori e Bruno Munari. L’educatrice e il designer, la scienziata eclettica e l’artista a tuttotondo che hanno permeato di sé larga parte del Novecento non risulta si siano mai frequentati, manco parlati, eppure hanno avuto più d’un tratto comune. Non tanto l’adesione al fascismo della prim’ora ma l’attenzione – più che l’educazione – all’infanzia nelle loro opere, anzitutto. Il compito cosmico, per dirla come la stessa Montessori. Non insegniamo nulla ai bambini, diceva, ma forniamo loro i mezzi di sviluppo: aspettiamo e osserviamo, questo facciamo. Ché educare al bello non può esimersi dal fare, dal muovere, dal toccare, appunto. Così, due personaggi aventi a comune denominatore la rivoluzione degli schemi del proprio tempo, gli oggetti creati dalle loro fervide menti e smanacciati da generazioni di scolari, si ritrovano negli stessi spazi, appesi sui tavoli, a far bella mostra di sé al piano zero del Palazzo delle Esposizioni. Per un percorso tutto da scoprire e toccare (in parte).

L’aver riproposto nel palazzo romano un evento ideato in tempi di pandemia dal museo tattile Omero d’Ancona, è di per sé opera meritoria. Toccare diventa dunque un atto che più concreto non si può, risposta di senso e imperativo categorico al proibizionismo imperante. E qui, diciamolo subito, l’optimum dell’idea cozza col vorrei ma non posso dell’azione. Ché di tanto popò apparecchiato, solo una parte è a disposizione a rotazione, e su appuntamento nell’area dei laboratori tattili presto chiusi al pubblico. Qui, forse, occorreva quel plus di coraggio che solo l’arte può dare, quando ogni altro (buon) senso tace. Soprattutto se si ha a che fare con due figure innovatrici e controtendenza come il duo Munari & Montessori. Anche così, però, la gioja dei piccoli visitatori che guatano, strabuzzano l’occhi, smanacciano forme e oggetti sotto lo sguardo vigile dei custodi è anche una gioja per gli accompagnatori, tornati bambini.

Nell’insieme, si tratta d’un percorso esperenziale coordinato dal poliedrico laboratorio d’arte del Palaexpo, ripensato per l’occasione da Fabio Fornasari. Tutto gira attorno a cinque nuclei tematici: forme, materiali, pelle delle cose, alfabeti e narrazioni tattili, coi quali interagire. Ogni sezione intreccia un dialogo coi due protagonisti attraverso oggetti, libri, strumenti esposti sui tavoli colorati, ideati ad hoc, dalle forme dialoganti con le opere a parete, raccolte nel bel catalogo Corraini. Un tavolo-laboratorio consente di manipolare ogni mese una selezione di oggetti diversi.

Di Munari, buon amico del Marinetti futurista, art director del Tempo, rivista fiore all’occhiello del regime, fondatore del Mac con Gillo Dorfles, sono presenti una trentina tra opere e grafiche che testimoniano un percorso creativo all’insegna della multisensorialità e dell’impiego di una quantità di materiali a fini pedagogici. Accanto alle macchine inutili e ai messaggi tattili, la scimmietta Zizì, giocattolo di design vincitore del Compasso d’oro. Novità della tappa romana è il Libroletto, composto da sei cuscini bordati di microstorie, realizzato negli ultimi anni di vita del designer.

Della Montessori, nata alla vigilia delle cannonate piemontesi a Porta Pia, nipote dell’abate Stoppani – quello del Belpaese – massone e dalla travagliata storia personale, col figlio Mario riconosciuto ufficialmente solo sul testamento, del suo metodo di cui Mussolini fu convinto sodale, sono presenti tanto il modello educativo che oggetti storici. In particolare, materiali usati per l’educazione dei sensi e della manualità, da lei definita come organo dell’intelligenza. Dalle tavolette termiche alle lettere smerigliate, dagli incastri solidi alla torre rosa, alle spolette dei colori, una panoplia d’oggetti parlano di geometria, geografia, musica, matematica. E accompagnano alla scoperta del mondo costruendo e toccando, o meglio sfiorando, bellezza. Visite, laboratori, corsi di formazione e incontri, tutto o quasi gratis, fino al 27 febbraio. Info www.palazzoesposizioni.it


Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>