Siete al mare, e vi fate un tuffo in piscina. Con Il codice Vulci funziona pressappoco così. Ve ne state immersi nel passato e, allo stesso tempo, vi tuffate nella contemporaneità.
Siete al mare, e vi fate un tuffo in piscina. Con Il codice Vulci funziona pressappoco così. Ve ne state immersi nel passato e, allo stesso tempo, vi tuffate nella contemporaneità.
Se la canicola romana non vi scioglie e alle pietre che raccontano storie, anzi che si fanno storia, non sapete resistere, è la mostra che fa per voi. Ma oltre la storia è il mito che si racconta in Colosseo, un’icona, all’interno dell’anfiteatro Flavio, meglio noto appunto come Colosseo.
Ci sono vite che a raccontarle sono romanzi, figurarsi a viverle. E ci sono storie che a dirle (scriverle) non ci si crede, salvo poi riannodare le fila e scoprire che è tutto vero, tutto vissuto. La vita, la storia di Alessandro Kokocinski è una di queste.
I volti sono quelli, icastici e ieratici, d’una bellezza perduta, irrimediabilmente ferita. La mostra è quella che riporta all’attenzione del mondo i guasti del terrorismo anche in campo culturale: Volti di Palmira ad Aquileia.
L’Europa è una piazza vuota, uno spazio da riempire. Un cantiere, tutto in farsi. Sembra dirci questo Yves Mettler col suo lavoro Europaplatz, Piazza Europa.
C’era una volta Cristo che camminava sulle acque del Mar Morto e miracolava le genti moltiplicando pani e pesci, facendo rivivere i morti. C’è oggi un Christo in terra che fa di più: fa camminare sulle acque la gente e distribuisce una pioggia di soldi, resuscitando l’economia.
Crolli del Lungarno a parte, quel che accoglie chi giunge a Firenze da un qualche altrove è il silenzio.
È un’esposizione minimalista, solo una quindicina tra dipinti e bozzetti, ma tra le più interessanti del momento. In occasione del centenario della nascita di Salvatore Fiume (Comiso 1915-Milano 1997), la reggia di Monza ospita, fino al 24 del mese, una personale dedicata a una parte minima ma corposa dei lavori del maestro.
Da piccolino era talmente bellino da essere soprannominato petit bijou, gioiellino. Nessuno avrebbe immaginato per quel bel bimbetto, di nobili natali – era figlio di conti – e ottime speranze, il destino che andava maturando. E che cattivo destino avere un destino, avrebbe detto la buonanima di Morando Morandini.
In occasione del suo 104esimo compleanno – un anno fa – disse che avrebbe preferito avere trent’anni in meno, non di più. Essere nel tempo, la monografica con cui Achille Bonito Oliva ne celebra “l’opera totale” al Macro di Roma, forse significa anche questo.