Dopo sei anni torna il commissario di Fred Vargas con un dolmen e una storia ambientata in Bretagna, scombinata come poche
Dopo sei anni torna il commissario di Fred Vargas con un dolmen e una storia ambientata in Bretagna, scombinata come poche
Donatella Di Pietrantonio vince il premio Strega 2024. Storie di donne sull’orlo d’una crisi d’identità
Presentato a Roma dall’Accademia Angelica Costantiniana il bando letterario “L’incontro tra Oriente e Occidente”. Per una cultura ponte fra i due mondi
Nessun uomo è un’isola, poetava John Donne ai primi del ‘600. Una frase che piaceva tanto a Hemingway da metterla in esergo al suo Per chi suona la campana. Siamo tutti sulla stessa barca, per dirla semplice.
Come previsto e prevedibile, Mussolini ha vinto, anzi stravinto. Antonio Scurati ha sbancato il 73esimo premio Strega.
Neanche s’è freddata la salma di Philip Roth e già è partito il peana: è morto un gigante della letteratura privato del Nobel.
Per la seconda volta dal 1901 (la prima fu nel ‘35) il Nobel per la letteratura quest’anno non viene assegnato, senza bisogno d’una guerra o d’un cataclisma.
Non se l’aspettava, né l’aspettavano i blog del totonobel o i bookmaker inglesi che manco l’avevano in lista. Eppure Kazuo Ishiguro, Ish per gli amici, un bel regalo per il 63esimo compleanno l’ha avuto, con il Nobel per la letteratura a dispetto di sé e degli ignavi.
E due. Dopo lo Strega, l’Einaudi si pappa anche il Campiello che non sposta equilibri editoriali, né muove la classifica dei libri venduti, ma pure lui ha il suo perché, anzi parecchi.
«Torniamo al ninfeo di villa Giulia. Quello è il posto dello Strega». La migliore battuta della serata l’ha fatta Francesco Piccolo, vincitore tra i più recenti e meno esaltanti del premio, che difatti ha strappato un applauso tra i pochi convinti della mesta serata.