Crolli del Lungarno a parte, quel che accoglie chi giunge a Firenze da un qualche altrove è il silenzio.
Crolli del Lungarno a parte, quel che accoglie chi giunge a Firenze da un qualche altrove è il silenzio.
La famiglia, la più alta tragedia dell’umanità. Oppure, nella migliore ipotesi, bolla e riparo alle insidie dell’esistente. Un esempio d’ambo i casi è in un libro di Luigi Michele Perri, Il monocolo – Rai Eri, 9 euro – che è, a un tempo, specchio dei tempi e fuori dal tempo.
L’attesa è finita per una nuova avventura dell’Italia in Libia. Dopo mesi di tira e molla sembra suonata l’ora x per il contingente italiano che dovrà dare una mano per la messa in sicurezza del paese, come tutti fuorché i diretti interessati vogliono.
«Quando ho voglia di rilassarmi leggo un saggio di Engels, se desidero impegnarmi leggo Corto Maltese». Così raccontava la buonanima di Umberto Eco, a riprova di quanto fosse letterario l’approccio all’arte di Hugo Pratt (Rimini 1927 – Losanna 1995).
Ricordate Pacco, doppio pacco e contropaccotto, l’ultimo film di Nanni Loy dove geni della truffa napoletana ne inventano mille e una per gabbare il prossimo? Qualcosa di simile sta accadendo a Mosul, a proposito dell’omonima diga a nord della capitale del califfato d’Iraq.
La Siria è andata al voto per la seconda volta dall’inizio della guerra civile, ma non se ne parla. Quasi cinque milioni di persone hanno votato, sui quasi nove di aventi diritto, in 10 delle 14 province del paese in guerra da cinque anni, eppure la notizia è passata sotto silenzio.
Non era affatto scontato che Hillary e Trump vincessero facile nella Grande mela, come pure titola il New York Times dopo il martedì divenuto il punto di svolta delle primarie Usa.
Non è un caso che per la sua prima visita pastorale Jorge Mario Bergoglio scelse Lampedusa. Terra di migranti, oltre che di pescatori, e sull’altare a barchetta e il pulpito ricavato da un timone scassato, al vento della campagnola che gli rovesciava la mantella al punto da farlo parere un imam, più che un papa, Francesco ha dato il segno al suo pontificare.
Gianroberto Casaleggio se n’è andato per un ictus, ieri a Milano, nella città in cui era venuto al mondo il 14 agosto di 61 anni fa, e i più sono venuti giù dal pero alla notizia.
La primavera a Cuba è sbocciata sulle ali dell’Air force one in volo sull’Avana.