Come un partito di quattro gatti neri è diventato maggioranza nel Belpaese e cosa succederà adesso
Come un partito di quattro gatti neri è diventato maggioranza nel Belpaese e cosa succederà adesso
Mentre i rimasugli del PdR si leccano le ferite, i radicalscìc preparano le valige (solo a chiacchiere, purtroppo) per andarsene da un paese razzista, omofobo e via piagnisteggiando e gli altri a una stagione di lotte & botte a perdere, cerchiamo di capire cos’è successo a sinistra e altrove, e soprattutto cosa accadrà con il voto di domenica.
Della serie ve l’avevo detto, dimmi come chiudi e ti dirò come va. Cominciamo dai primi della classe, quelli che si dicono buoni ma segnati da tutti tra i cattivi sulla lavagna.
Attorno al neopresidente, creatura dei poteri veri e di Attali, s’è cristallizzato il partito unico dell’Europa post nazionale e della mondializzazione felice. Ma per i ceti deboli (già medi) si prepara la mattanza, in attesa del voto di giugno
Non c’è stato solo il pasticciaccio brutto di Roma per i sinistrati di Fassina e quello nero di Milano per gli ambidestri della Meloni. E verrebbe da dire che destra e sinistra pari sono, almeno a pasticci di lista.
La Siria è andata al voto per la seconda volta dall’inizio della guerra civile, ma non se ne parla. Quasi cinque milioni di persone hanno votato, sui quasi nove di aventi diritto, in 10 delle 14 province del paese in guerra da cinque anni, eppure la notizia è passata sotto silenzio.