Non ti ho mai detto, mamma /
pure da piccolo preferivo Lisetta /
perché di madri ce ne son tante /
ma tu sei unica al mondo /
Venuta nel campo, come un fiore /
in un capanno di scarsica e frasche /
come al tempo in cui Tito Tazio /
regnava sulla terra dove sei nata /
C’era la neve ai ginocchi, e tu /
manco tenevi l’asino e il bue /
a scaldarti col fiato /
come il povero Cristo /
Ne hai passate tante /
i tedeschi t’han preso il padre /
i liberatori a cannonate /
e i marocchini volevano farti la festa /
A guerra finita hai scampato /
un male che si diceva incurabile /
un marito che non hai mai lasciato /
un fato che tutti avrebbe segnato /
Ma a novantun’anni suonati /
resti sempre bambina /
la voglia di vivere /
il tuo dono più grande /
Ora t’han dato il 41bis, carcere speciale /
per colpa d’un male, d’un tale banale /
tu che non sai stare un’ora in casa /
manco puoi uscire a fare la spesa /
Così passi il tempo, in isolamento /
la paura di finire al camposanto /
te che non hai perso un funerale /
manco un cane verrà a salutare /
Passerà anche questo dolore /
finirà pure questa nottata /
è Pasqua, nessun risorge /
ma torneremo abbracciati
A mia madre Luisa, buona Pasqua, aspettando tempi migliori
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